News

Napoli – donna violentata in pieno centro: la città si mobilita ma si scopre che è tutta una bufala

piazza-del-plebiscito-napoliDa vittima a colpevole il passo è breve, soprattutto quando si parla di violenza sessuale e quando si accusa un innocente di un crimine particolarmente grave. La vicenda avvenuta nei giorni scorsi a Napoli ha dell’incredibile e deve essere da monito a tutti coloro che, anche bonariamente, cercano escamotage per i loro “fallimenti”.

I FATTI

Una studentessa universitaria di appena 23 anni, in un caldo pomeriggio napoletano, corre verso una macchina dei carabinieri sita al centro della città, a via Mezzocannone. La ragazza è sconvolta, piange e dice ai carabinieri di essere appena stata violentata in uno dei vicoli che danno sulla strada. Subito viene dato l’allarme e la ragazza viene portata in centrale per accertamenti e per compilare la denuncia. La storia che racconta la giovane donna è davvero terribile: pare che un uomo calvo, sui 35 anni e dal forte odore di alcol, le abbia puntato un coltello alla gola e l’abbia spinta all’interno di un palazzo dove, poi, l’avrebbe prima violentata e poi seviziata spegnendo sulla sua mano una sigaretta.

LE INCONGRUENZE E I DUBBI

Inizia la caccia all’uomo e viene fermato, proprio nei pressi della via indicata, un vagabondo che assomigliava alla descrizione della ragazza mentre, in ospedale, vengono fatti i primi accertamenti sulla salute della studentessa. Proprio durante gli accertamenti in ospedale, però, i carabinieri iniziano a sospettare che qualcosa non quadri in tutta questa storia quando la ragazza afferma che, a causa dell’accaduto, dovrà rimandare la seduta di laurea che si sarebbe tenuta qualche giorno dopo. Strana preoccupazione, in un momento così drammatico e delicato. Da lì scattano i primi dubbi e, dopo qualche altro interrogatorio, la ragazza crolla raccontando una verità che ha del drammatico: “Mi sono inventata tutto”. Il perché del gesto viene spiegato subito dopo dalla stessa “vittima” che racconta di come la forte pressione per la laurea le abbia fatto venire questa folle idea della violenza sessuale.

BUGIE PERICOLOSE

La giovane donna, infatti, aveva detto ai suoi genitori che si sarebbe laureata da lì a pochi giorni mentre, nella realtà, per raggiungere il traguardo universitario le mancavano ancora altri dieci esami. La vicenda dello stupro sarebbe servita, dunque, per coprire questa sua mancanza con la famiglia e per non scatenare l’ira del padre che si sarebbe sentito deluso dalla propria bambina. Peccato che, dopo questa triste storia, le delusioni rischiano di essere ancora maggiori. Dagli accertamenti all’ospedale, infatti, si è evinto che la ragazza avrebbe avuto davvero un rapporto sessuale la mattina della finta aggressione e che la bruciatura da sigaretta altro non sarebbe che l’ustione provocata da un ferro da stiro.

Bugie su bugie, dunque, che hanno rischiato non solo di compromettere la libertà di un uomo innocente ma che hanno anche dimostrato come la violenza sulle donne possa diventare l’alibi perfetto per una vita imperfetta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *