Moda

La minigonna fa girare le teste…….e l’economia


Dimmi come ti vesti e ti dirò, non chi sei, ma come va l’economia. La curiosa teoria si chiama “Hemline Theory” ossia “Teoria dell’orlo” e recita che la prosperità economica è inversamente proporzionale alla lunghezza della gonna: più la gonna è mini, piu l’economia è prospera.
In effetti se analizziamo i diversi periodi storici sia sotto il profilo economico che quello modaiolo, la teoria sembra avere ampi riscontri: negli anni 20 la borsa andava a gonfie vele e la gonna era corta (almeno per l’epoca era considerata tale, in realità arrivava alle ginocchia), negli anni 60 c’è il boom economico e si celebra la nascita della minigonna. Al contrario, nei periodi di crisi economica, si sono sempre indossate le gonne lunghe, vedi la crisi del 29 e la recessione degli anni 30 oppure la crisi del petrolio degli anni 70 nel quale le figlie dei fiori ad esempio sfoggiavano gonnelloni lunghi fino ai piedi, (per il periodo in corso preferisco astenermi).
La teoria ha piuttosto senso: se si analizza tutto sotto il profilo psicologico è infatti facile rendersi conto che, quando “le cose vanno bene”, è più semplice spogliarsi e mettersi in mostra mentre, quando si è depressi, in questo caso è meglio dire depresse, si tende a coprirsi di più.
La gonna diventa quindi un prezioso strumento d’indagine anche per gli stilisti che, appunto, prenderanno spunto dal mercato azionario per le loro creazioni. E a noi donne cosa ci resta da fare? nient’altro che seguire i nostri gusti e i nostri desideri, mostrare le gambe quando ne abbiamo voglia, coprirle quando intendiamo coprirle, e il tutto alla faccia della borsa e dell’economia.

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