40 Settimane di Gestazione

39 – Trentanovesima settimana di gravidanza

39 settimane

Con la trentanovesima settimana, mamma e papà sono ormai alle porte del canonico termine della gravidanza, previsto, da manuale, alla 40esima. Come tutte le vigilie importanti, anche (e, direi, forse soprattutto!) questa, oltre che splendide aspettative, sta creando un po’ di ansia, preoccupazione, timore. È una sensazione naturale, comune a tutte le coppie, così come altrettanto condivisa sarà la gioia che esploderà fra pochi giorni…

Cosa cambia nella mamma?

In questa penultima settimana, in cui ormai l’utero è praticamente pronto per il travaglio, il riposo notturno della futura mamma è continuamente interrotto dalla necessità di andare in bagno ed è anche molto probabile che avverta crampi e pesantezza alle gambe, disturbi dovuti alla pressione dell’utero stesso sul nervo sciatico e sulla zona pelvica. Il suo seno è molto ingrossato, e ormai è pronto per l’allattamento, anche se il primo nutrimento sarà rappresentato dal colostro, il liquido denso che già, in parte, fuoriesce dai capezzoli, in attesa della vera e propria montata lattea.

Dolori mestruali e fitte al basso ventre nella mamma

In questi ultimi giorni, è possibile avvertire delle fitte al basso ventre, così come dei crampi dalla vagina alle gambe. Sono tutte sensazioni provocate dalla testa del piccolo, ormai in postazione cefalica, che preme sui nervi del bacino, ed è altrettanto probabile che si sentano già delle contrazioni, uno dei motivi di maggiore timore per la futura mamma. Per capire, però, se è già arrivato il momento del travaglio, è necessario prendere nota di tre elementi essenziali, cioè durata, frequenza, intensità.

Infatti, degli spasmi isolati e leggeri, con tutta probabilità, allontanano il dubbio che sia giunto il momento. Si tratterebbe, quindi, come già nelle settimane scorse, di dolori, molto simili a quelli mestruali, che prendono il nome di “contrazioni prodromiche”, e che possono considerarsi semplicemente preparatorie.

Pancia dura

Il corpo della mamma, ogni giorno di più, si prepara per il parto: il collo dell’utero inizia a dilatarsi e il pancione, che ha ormai raggiunto le sue massime dimensioni, comincia a scendere. In questa penultima settimana, la sensazione di pancia dura dovuta alle contrazioni uterine, interessa, di solito, tutto l’ampiezza, ma può anche succedere che si presenti soltanto in una parte precisa, in quanto il feto, con tutta probabilità, starebbe puntando i piedi o le mani.

In questo caso è sufficiente fare un massaggio sulla zona indurita, per rilassarla. Se il disturbo dura a lungo, molte ore del giorno o tutta la notte, può significare una conseguenza di alcuni disturbi come stitichezza o problemi intestinali, così come particolare stanchezza o sforzi fisici. L’unica cosa da fare allora, in queste situazioni, è stare a riposo il più possibile, poiché l’utero, se sollecitato, tende a contrarsi mentre, viceversa, a riposo si gode il relax…

Come cresce il bambino?

Dalla 39esima settimana la pelle del bebè si distende, privandosi totalmente della rugosità che prima la caratterizzava, diventando liscia come quando si vedrà alla nascita. Le sue ossa restano molto elastiche, tali da favorire, ormai a breve, il passaggio per il parto, e senza essere saldate fra loro, così che il cervello possa continuare a espandersi e a svilupparsi anche in seguito. Il piccolo, ormai, ha quasi raggiunto il peso definitivo della gestazione, superiore, di regola, ai 3 kg, e la sua lunghezza è intorno ai 49-50 cm.

Tutti i suoi organi sono pronti, e sarebbe già in grado di affrontare il mondo esterno, considerando, peraltro, che, al termine della gravidanza, raggiunge una dimensione superiore ben otto volte rispetto al primo trimestre. Il suo intestino è pieno di meconio, un liquido verdognolo, che viene prodotto dalla secrezione delle ghiandole alimentari e dai pigmenti biliari provenienti dalla parete intestinale.

Presenta ancora una piccola zona di peluria, nella parte inferiore della schiena e davanti alle orecchie, mentre le unghiette delle mani sono già molto cresciute: sapete che tagliargliele sarà una delle prime attività, dopo la nascita, di cui si occuperanno in ospedale, al fine di evitare che non si graffi il piccolo viso già nei primi giorni?

Movimenti fetali del bimbo alla 39esima settimana

Il bambino si muove tanto, lo sappiamo: la sua vitalità è il sintomo più evidente del benessere e della voglia di nascere. Tuttavia, ora, gli manca il giusto spazio per potersi esprimere, al punto che, spesso, i movimenti fetali restano praticamente attutiti dal minimo ingombro, sufficiente appena ad allungare braccia o gambine. L’utero, infatti, già nelle settimane scorse, e ancor più in questa trentanovesima, diventa uno spazio troppo piccolo, anche perché il bebè continua comunque a crescere, specie nei confronti del peso, più che nella lunghezza.

Ora i suoi movimenti sono talmente ristretti che, a volte, la mamma nemmeno li avverte. In ogni caso, non c’è da preoccuparsi, è tutto nella norma e la placenta continua a fornire gli anticorpi necessari per combattere le prime eventuali infezioni. Non dimentichiamoci, infine, che il feto occupa comunque buona parte della giornata a dormire e, pertanto, la tranquillità avvertita dalla mamma, spesso in maniera apparentemente eccessiva, altro non è che un ennesimo, profondo e tranquillissimo sonnellino!

Partorire a 39 settimane

Intendiamoci subito: partorire a 39 settimane, anziché a fine gravidanza, cioè a 40, non avrebbe assolutamente nessun effetto negativo sul bambino che, comunque, potrebbe già ritenersi a termine, senza differenza con i piccoli nati 7 giorni dopo. Ed è quindi bene che la mamma sappia che, a questo punto, potrebbero rompersi le membrane (la classica “perdita delle acque”) all’improvviso, magari con qualche contrazione premonitrice.

L’alert più veritiero, infatti, è sempre rappresentato dalle contrazioni ravvicinate e regolari, sia come ritmo sia come durata. Meglio prepararsi ad ogni evenienza, senza timore ma con la consapevolezza che possa succedere, specie se la gravidanza è relativa al secondo figlio, per il quale la dilatazione cervicale, rispetto alle 8 ore, circa, di media per il primo parto, non supera le 5. Ricordiamoci comunque che, pur se il primo bambino è nato prima del termine, non è assolutamente detto che succeda così anche con il secondo, il quale, da questo punto di vista, è totalmente autonomo nella decisione…

I compiti del papà

Abbiamo, sin qui, parlato della possibilità di parti prima del termine presunto, anche con un anticipo di qualche settimana, e non solo di pochi giorni. È bene sapere, però, che può anche succedere il contrario, in una percentuale stimata intorno al 10%, cioè che si vada oltre la 40esima settimana. Anzi, in caso si superi anche la 42°, si può parlare di “gravidanza protratta” e, se si verifica, sarà seguita costantemente dal medico che, sicuramente, programmerà un travaglio indotto. In questo caso, il papà gioca un ruolo importantissimo nel tranquillizzare e rasserenare la compagna, standole il più possibile vicino, e prendendosi cura di lei ancor più di quanto non l’abbia fatto in tutti i 9 mesi.

Questo è forse il periodo più delicato di tutta la gravidanza e, molto probabilmente, la futura mamma deve fare i conti con la stanchezza e la particolare situazione ormonale, oltre alla tipica ansia pre partum: ecco perché diventa ancora più importante sentirsi adeguatamente sostenuta; coccolata e protetta. Confidiamo nel papà, e, ancora una volta, nella forza dell’amore.

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