Sessualità

Fantasie erotiche: Le inconfessabili

Il termine «fantasia sessuale» evoca reazioni contrastanti soprattutto se associato all’impresa di raggiungere l’orgasmo. Da una parte ci sono occhi che brillano e sorrisi beati, dall’altra arringhe di autodifesa: «Fantasie? Per chi mi hai presa?», «Non mi servono, sto con l’Houdini del coito e raggiungo orgasmi multipli alla velocità del suono». Unico denominatore comune: un imbarazzo infinito. Queste immagini sono viste come una minaccia: o abbiamo delle turbe psichiche, o il nostro Houdini non è poi così magico. E non si sa quale sia peggio. 

«Mi capita, soprattutto quando il partner non è soddisfacente» ammette Silvia. 

«Non mi capita. Con l’uomo che amo l’immagine è quella di lui lì presente. È qualcosa di magico!» dice Chiara. 

Valeria conferma: «Non evoco immagini. Con il mio ex era tutto molto dolce e proprio questa delicatezza mi faceva impazzire! Con Carlo invece è l’istinto a prevalere, ed è quell’elemento quasi “animalesco” a bastarmi».

«Non mi ricordo di volte in cui mi siano passate in mente immagini particolari o in cui abbia desiderato evocarle. In quei momenti sono abbastanza coinvolta» dichiara Giada.

Angela è lapidaria: «Ho sempre visto il sesso come una cosa naturale e mi sono sempre aiutata con la complicità del mio compagno».

Ma l’Institute for Sexual Medicine di San Diego, California, sfata il mito per cui il ricorso a fantasie durante il rapporto sarebbe sintomo di insoddisfazione: «Freud e altri sessuologi del tempo ne erano convinti, ma studi recenti dimostrano il contrario: l’utilizzo di fantasie non ha nulla a che fare con l’appagamento sessuale».

In un articolo per il britannico Daily Mail, il Dottor Barry Komisaruk rassicura coloro che ricorrendo all’immaginazione si sentono un po’ egoiste e traditrici: «Imparare a conoscere tutte le modalità in cui possiamo provare piacere rafforza il rapporto e rende il sesso più significativo. Non significa certo che le donne siano egocentriche o che stiano sostituendo l’esperienza di coppia con una solitaria!».

Veniamo alla faccia oscura della medaglia per cui avere certe immagini per la testa significherebbe che dovremmo ricorrere ad un esorcista o immergerci in una piscina d’acqua consacrata. 

«Le mie fantasie hanno come protagoniste due persone, una in posizione di forza e l’altra di sudditanza, tipo padrone-schiava» confessa Barbara. «La persona in posizione di forza “chiede” all’altra di fare qualcosa che quella fa perché “obbligata”. È nel momento in cui la persona sottomessa suggella la sua condizione eseguendo l’ordine o subendo la punizione che mi eccito e raggiungo l’orgasmo. Sono malata! Probabilmente questo significa che ho un lato masochistico dentro di me». 

E invece no. Dice ancora l’Institute for Sexual Medicine: «Le fantasie di sottomissione si concentrano sull’irresistibilità della donna e le danno un senso di potere. Inoltre le donne che provano senso di colpa riguardo alle proprie attività sessuali usano fantasie di sottomissione per liberarsi dalla responsabilità. Lo stesso vale per le donne che hanno fantasie violente. È importante ricordare che fin dagli anni ’70 è risultato chiaro che non esiste nessun collegamento tra il comportamento della persona e il contenuto di una fantasia. Se una donna fantastica spesso di sottomissione o violenza non significa che voglia adottare questi comportamenti nella vita reale».

«Molti elementi della fantasia sessuale femminile rappresentano una parte repressa della psiche» scrive Alan Riley, sessuologo britannico. «Fantasticare di elementi estremi permette alla donna di provare piacere senza senso di colpa».

Gli esperti dicono di stare tranquille. Potete imparare a godere delle vostre immagini contribuendo a rendere meravigliosa un’esperienza come ha fatto Silvia, che evidentemente non ricorre all’immaginazione solo per “fuggire” da un partner deludente: «La cosa più figa che mi è mai capitata è successa con un trombamico. Ad un certo punto ho iniziato a pensare al mare, alla marea, alle onde… è stato bellissimo». Oppure potete liberarvi dal peso di fantasie inconfessate come ha fatto Barbara, che ha scoperto di potersi unire al proprio partner con o senza fantasticherie: «L’altro ieri sera con Pietro sono riuscita a venire senza le immagini solite. Secondo me mi è servito averlo finalmente confessato a qualcuno!». 

Qualsiasi cosa facciate, fatelo senza dargli troppo peso. Le fantasie sessuali sono come i sogni: un’espressione concreta ma non letterale di qualcosa altrimenti inespresso. Potrebbe capitarvi di sognare di uccidere qualcuno, ma questo non significa che il giorno dopo vi apposterete nel box doccia del vostro vicino brandendo un coltello a serramanico. Con buona pace di Sigmund Freud. 

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