Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
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25 Novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Dati sulle violenze 2022

Venerdì 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con lo scopo di rendere visibile in tutto il mondo la violenza contro le donne e le ragazze. Ha lo scopo di promuovere l’attuazione di politiche specifiche per sensibilizzare le nazioni del mondo per l’eliminazione della violenza di genere, nonché fornire sostegno e sensibilizzare sulla stigmatizzazione e la vergogna subite dalle vittime.

E, oggi più che mai, c’è bisogno di condannare qualsiasi forma di violenza contro le donne: gli allarmanti dati diramati dal 1522, il numero attivato dal Dipartimento per le Pari Opportunità per offrire aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, dimostrano come questo fenomeno sia estremamente radicato nella nostra società.

Ma passiamo ad analizzare i dati forniti dall’ISTAT che si concentrano in particolare sul primo trimestre del 2022.

Chi sono vittima e carnefice?

Partendo dal quadro generale, che prende in considerazione un lasso di tempo a partire dal 2018, possiamo notare come si sia registrato un picco nelle richieste di aiuto in concomitanza con il lockdown, che ha portato le persone a trascorrere molto più tempo in casa con i loro affetti. C’è stato quindi un balzo impressionate dalle 2.103 chiamate di inizio 2020 alle 4.310 di inizio 2021.

1° Trimestre Violenza sulle donne

Il triste record di vittime viene dalla Lombardia, con 495 chiamate nel primo trimestre del 2022, seguita a ruota da Lazio con 388 e Campania con 269. Si tratta soprattutto di donne nel 97,9% dei casi, sebbene stia piano piano emergendo anche la violenza a danno degli uomini (2%), molto più sottaciuta. Gli uomini restano invece i principali autori della violenza nel 90,6 % dei casi.

Violenza sulle donne, vittime per regione

Come è risaputo, molto spesso si tratta di una violenza che esplode tra le mura domestiche, come confermato anche dai dati nel 70,1% dei casi. Non sono esenti le case altrui (3,1%) dei casi, che riconducono sempre all’ambito familiare, ma anche il luogo di lavoro (2,1%) e la strada (1,3%).

Tra aggressore e vittima c’è infatti un forte legame affettivo, che si tratti di matrimonio (31%) o convivenza (13,9%), ma anche ex partner (10,9%) ed ex conviventi (5,2%) possono macchiarsi dello stesso reato. Purtroppo queste dinamiche tossiche si riflettono anche nei rapporti tra consanguinei: nel 5,3% dei casi l’autore della violenza è un genitore, mentre nel 4,9% dei casi un figlio.

tipo di rapporto con l'aggressore di violenza sulle donne

La vittima media ha un’età che va dai 35-44 anni (21,7%) ai 45-54 anni (17,8% dei casi), fasce anagrafiche che riflettono anche l’identità dell’aggressore con una maggioranza di uomini tra i 35 e i 45 anni (43,9%).

Tipologia di violenza subita dalle vittime: ecco cosa dicono le statistiche

La violenza sulle donne può avere mille volti, e spesso non è visibile come la violenza fisica, sebbene possa essere anche più devastante. Le chiamate giunte al 1522 nel primo trimestre del 2022 segnalano una grande maggioranza di donne che denunciano un violenza fisica (44,1%), seguita dalla violenza psicologica (34,1%) a cui un aggressore ricorre per annientare la psiche di una vittima e renderla del tutto incapace di reagire e dipendente da lui.

Purtroppo non mancano le violenze sessuali (6,1%), anche nei confronti del coniuge, le minacce (5,8%), le molestie sessuali (1,5%) e le violenze economiche (1,3%), soprattutto nei casi delle vittime che non possono contare su un’indipendenza economica, che rappresentano il 50% delle chiamanti.

Tipologia e motivazioni di Violenza sulle donne

Raramente le violenze si limiterebbero a un solo episodio (4,3%), ma è molto più probabile il caso in cui la violenza viene perpetrata per mesi (22,7%), se non addirittura per anni (56,5%).

Le conseguenze sulle vittime di violenza domestica

Le donne che si rivolgono al numero antiviolenza affermano di provare un serio timore per la propria incolumità (23,8%), ma anche forti stati di ansia (20,4%) e soggezione nei confronti del loro aggressore (23,9%), con cui spesso sono costrette a convivere. Addirittura il 3,5% delle vittime ritiene di essere in pericolo di morte o ha paura per l’incolumità dei propri cari (1,3%). Sono pochissimi i casi in cui la donna molestata non si ritiene in pericolo (9,7%).

Le conseguenze della violenza domestica

Il quadro è poi aggravato non solo dall’incapacità di reagire, visto che il 24,8% delle donne non denuncia la violenza, ma anche dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni (2,3%), dal momento che il 4,3% di vittime che riesce ad avviare una denuncia viene fatta desistere dalle Forze dell’Ordine a ritirare la denuncia (5,6%).

Ma sono tanti altri i motivi che spingono le donne maltrattate a subire passivamente le violenze. Su tutti il desiderio di voler mantenere l’unità familiare (16,6%), ma anche la paura per le reazioni della persona violenta (16%) e il non avere un luogo sicuro dove andare (8,6%). Ma è anche il desiderio di voler difendere la propria reputazione a frenare molte donne: per il timore di essere giudicate male dai propri familiari, il 3,4% evita di denunciare e l’1,1% ritira la denuncia.

Comportamento delle vittime rispetto la denuncia della violenza

I dati mettono infine in luce lo scenario peggiore, quello della vittima che torna dal suo maltrattante anche quando tenta la denuncia (25,8%).

Gli effetti della violenza passiva sui figli

Dal momento che stiamo parlando di un contesto prevalentemente coniugale, sono soprattutto i figli a subire le conseguenze, dirette e indirette, della violenza di genere. Nel 23,9% dei casi le vittime hanno figli maggiorenni e nel 30,1% figli minorenni.

Gli effetti della violenza passiva sui figli

Quando i figli non sono semplici spettatori della violenza subita, cosa che accade nel 34,4% dei casi, subiscono anche loro violenza insieme al genitore (13,2%). Fortunatamente, nel 32,1% degli episodi, i figli non assistono alle violenze né le subiscono.

Violenza domestica subita dai figli

Ad ogni modo, le conseguenze psicologiche nell’assistere alla violenza sul genitore sono devastati, e ciò si manifesta con un’aumentata inquietudine (26,3%), aggressività (5,3%), disturbi del sonno (1,1%) e disturbi alimentari (0,4%). Un’altra conseguenza è quella dell’iperprotettività nei confronti del genitore maltrattato, con comportamenti adultizzanti che si manifestano nel 4,7% dei casi.

Reazione dei figli di fronte ad una violenza domestica

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